Solo pane - farina e lievito come cura per cuori infranti
SOLO PANE
DI JUDI HENDRICKS
SALANI EDITORE
Adoro i libri che uniscono una trama avvincente alle ricette. È il caso di Solo Pane di Judi Hendricks, che ho letto tutto d'un fiato.
La storia
Trentadue anni e strati di vita da togliere prima di trovare il nucleo della propria personalità.
Non mi sono affezionata particolarmente al personaggio di Wyn, la protagonista del libro, eppure mi ci sono rispecchiata per tutto il tempo. Forse perché le sue imperfezioni mi hanno ricordato molto le mie, probabilmente, chissà, alla fine sono quelle di tutti.
A chi è successo di attraversare un divorzio, una separazione, la fine di una convivenza può essre familiare la sensazione che si prova quando tutta la tua vita, per come l'avevi progettata, ti si sgretola davanti. Finisci col guardarti allo specchio e domandarti chi diavolo sei e non sai davvero da quale angolo del tuo essere sia bene ripartire.
Wyn ha trascorso sette anni accanto a un uomo straordinariamente bello e ricco che si è preso cura di lei, chiedendole in cambio solo di dimostrarsi una partner perfetta nelle pubbliche relazioni.
Si tratta di un giovane rampante, che ha fatto carriera in una grossa agenzia di pubblicità di Beverly Hills molto rapidamente. Le conoscenze per il suo lavoro sono fondamentali ed ecco la chiave del ruolo di una buona moglie, che deve essere: padrona di casa impeccabile, brillante e colta per sostenere un certo tipo di conversazioni, bella, di classe, pronta a diventare intima amica di tutte le altre “mogli – socie” eccellente nell’organizzazione di eventi di beneficenza e shopping. Insomma per lui va bene il modello che "sta un passo indietro".
Parliamo di una vita che, in generale, non si disdegna, costellata da tanti bellissimi oggetti, ma dietro la quale si può celare il totale vuoto.
L'abbandono ingiusto
Un bel giorno David avverte i segnali di un crollo fisico ed emotivo, non quelli di una precoce crisi di mezza età o dati dallo stress lavorativo, no, dietro c’è ben altro. Qualcosa che lo porta a invitare la povera Wyn fuori dalla sua casa e dalla sua vita. Lo shock è immenso, insieme al dolore dovuto alla rottura, all'abbandono del proprio marito e, poi, al ritrovarsi sola, spogliata di tutto, compresa la propria identità.
È tempo di ricominciare. Wyn affronta un colloquio di lavoro per rimettersi in gioco e qui si accorge di essere un soggetto difficilmente collocabile, senza contare che non ha la minima intenzione di tornare a insegnare. Uno dei privilegi del suo matrimonio era stato proprio quello di averla sollevata da un lavoro che non ama affatto.
A questo punto cosa le rimane? Il pane.
Da ragazza ha imparato l’arte della panificazione in una boulangerie di Tolosa, esperienza successivamente accantonata, per riprenderla ludicamente solo nei momenti in cui, per allentare la tensione, sente la necessità di preparare un po’ di pane fatto in casa.
Avete mai la sensazione che qualcosa nella vita vi stia inseguendo? È un pensiero, un sogno, un obiettivo d’infanzia accantonato in epoca adulta, qualcosa che pare volersi fare strada fra i vostri progetti per diventarne protagonista.
Il pane segue Wyn e lei nemmeno lo sa. Per smaltire il lutto del divorzio si trasferisce a Seattle, dalla sua amica CM ed è qui che incontra Elle, titolare di una bakery dove CM la porta a fare colazione. Elle le propone un lavoro, ma Wyn, all'inizio, non osa nemmeno valutarlo.
Ci vorranno tempo, tormento, solitudine e tanti sacchi di farina per consentire a Wyn di riscoprire sé stessa, ricostruirsi e trovare, finalmente, una strada tutta sua. Insieme ad una nuova carriera, per coronare le speranze dei lettori più romantici, arriverà anche l’amore.
(...) Quando comincio a tirare fuori farina, burro e zucchero lui dice: "Che stai facendo?"
"Un paio di focaccine dolci".
Mi guarda come se stessi delirando. "Perché?"
"Perché ne ho bisogno"
"Non possiamo comprarle...?"
"Gary per favore, non ho bisogno di mangiarle, ma di farle. Altrimenti divento pazza (...)"