Di stinchi di maiale e convivenza rinforzata è fatta, ormai, questa zona rossa.
Fuori è primavera, ma non si può fare nulla, così, mentre le impressioni di marzo si mescolano ai terribili dejavou del 2020, qui si cucina per scacciare la noia e mantenere la calma.
Secondi
La ricetta che ho utilizzato per conquistare il mio fidanzato. Provatela e col burro di arachidi vorrete impanarci il mondo intero.
Oggi per i veneti il radicchio è un lusso. Sicuramente perché non è sempre a buon mercato, ma soprattutto perché lo amano così tanto da goderselo senza indugio dall'inizio alla fine della sua stagione.
Per me il radicchio è un elemento praticamente imprescindibile della tavola d'inverno: lo mangio crudo, condito semplicemente con olio, sale e pepe, oppure cotto, fatto in padella o al forno. Mia madre ci prepara delle ottime lasagne ed è buonissimo nella pasta, insieme allo speck.
Scrivere una guida sulla città in cui abito è stata un'esperienza innanzitutto formativa. Sì, ho studiato su libri e guide moderni o del passato e ho imparato a guardare palazzi e monumenti, ai quali prestavo generalmente l'attenzione di chi ci è abituato, con occhi molto diversi.
Mi sono spesso considerata una senza terra, io che non capisco bene il dialetto trevigiano e nemmeno quello catanese e che ogni anno imparo qualche rito di cultura popolare, di quelli che le mie amiche conoscono da sempre, perché tramandati di generazione in generazione.
Qualche anno fa nonna Anna mi ha consegnato un quadernino con le sue ricette. Contiene la parmigiana di melanzane della bisnonna Titina, la cotognata, il liquore al caffè e il polpettone di tonno. Quest'ultima voglio condividerla con voi, perché è un vero asso tra le mani di chi la conosce.
Due delle ragioni che ci rendono difficoltoso immaginare una quotidianità senza carne, sono l'abitudine e la comodità. Questi due fattori, oltretutto, sono strettamente collegati. Siamo abituati ad avere la carne nel nostro menù settimanale da sempre: il polpettone della mamma, le cotolette della nonna, la bistecca che cuoce al volo da cucinare la sera quando si ha poca voglia e poco tempo, il petto di pollo che ci facciamo quando vogliamo stare leggeri. Abitudine e comodità, due facce della stessa medaglia.
Io amo la carne e mai vi rinuncerò, però da qualche tempo, ormai, ne consumo meno, acquistandola solo da chi mi fido.
E le alternative? Quelle non mancano!
Il termine Comfort Food appare nel dizionario americano nel 1977. Secondo il nostro Treccani è "cibo in grado di dare conforto", che tocca chi lo mangia non esclusivamente sul piano sensoriale, ma anche su quello emotivo.
Se penso allo spezzatino in brodo immagino una scodella fumante, dove carne e rondelle di carote emergono profumate. I tocchetti di manzo si devono sciogliere in bocca, mentre il calore del brodo scivola dal palato alla gola, fino ad arrivare, almeno idealmente, dritto al cuore. Sì, è un piatto che conforta, fa letteralmente rinascere se consumato dopo una giornata stancante ed è anche squisito.